U-235

Un’interpretazione di Copenhagen

di Michael Frayn

Il testo ricostruisce l’incontro, storicamente avvenuto nel 1941, tra Niels Bohr, padre della moderna fisica teorica, e il suo allievo prediletto, Werner Heisenberg.
La Seconda Guerra Mondiale infuria; e lentamente invade anche il tranquillo salotto dei Bohr, dove l’incontro si svolge, nella forma degli invisibili ascoltatori della Gestapo, e più ancora in quella di un costante, corrosivo sospetto, capace di minare persino la ventennale amicizia dei due protagonisti. 
L’incontro finirà male, con la netta rottura dei rapporti tra i due; ma l’oggetto della loro conversazione rimarrà un mistero su cui tutti continueranno ad interrogarsi.
Immobilizzati in un ideale limbo senza tempo, i personaggi vivono e rivivono senza tregua l’attimo del loro incontro; anche dopo così tanti anni, anche dopo la loro stessa morte, restano fantasmi tormentati che si affannano nel tentativo di comprendere, di ricordare, di tracciare un confine tra giusto e sbagliato; ma la storia si rifiuta di lasciarsi imbrigliare in schemi matematicamente esatti,e azioni e omissioni spostano pesi infinitamente grandi nel mondo infinitamente piccolo dell’atomo e delle sue trasformazioni; e in una inarrestabile reazione a catena, arriveranno a riguardare il mondo intero.
Ma il mondo è ancora ignaro, nessuno ha idea di cosa stia succedendo:non lo sanno le migliaia di persone che evaporeranno alla luce del secondo sole di Hiroshima tra qualche anno, ancor meno tutti coloro che quel sinistro sole artificiale hanno rischiato di vedere, se solo una parola in più o in meno fosse stata pronunciata.
Lo studio che abbiamo condotto sul testo vuole mettere in luce la portata dei “sospesi” che impediscono ai personaggi di avere finalmente pace; da quelli puramente scientifici a quelli assolutamente personali, tutti gli interrogativi assumono una portata sempre più ampia in un gioco prospettico di responsabilità condivise o rigettate: Bohr, “padre” della fisica e guida di un’intera generazione di scienziati, ha in realtà perduto suo figlio, senza riuscire a far nulla per salvarlo, come perderà anche Heisenberg, allievo prediletto che sarà abbandonato a sua volta, e come infine perderà anche il controllo sulle sue teorie, usate per scopi che non avrebbe mai immaginato; e Heisenberg a sua volta, lasciato terribilmente solo dalla sua famiglia prima, e dalla sua guida poi, sarà infine tradito anche dalla scienza stessa, fallendo il tentativo cui aveva sacrificato tutto il resto.
Diversi, dunque, ma anche inevitabilmente complementari: come le teorie da loro elaborate, che solo saldandosi insieme forniscono un’interpretazione completa della realtà, così anche i rispettivi punti di vista sono sempre incompleti e relativi, almeno finchè non vengano presi in considerazione tutti, contemporaneamente; il risultato è una umanissima storia, pure con conseguenze disumane, in cui tutti sono a un tempo vittime e carnefici, responsabili e innocenti.

Interpreti Benedetta Nicoletti, Andrea Puglisi, Simone Tromboni

Regia Tommaso Sassi
Scenografie Sabrina Fabbrizi