Ti insegneranno a non splendere
Tu splendi, invece

da Pier Paolo Pasolini

Poesie, lettere, sceneggiature, prose civili
parte prima Con quel passo blando, a cura di Alberto di Stasio
parte seconda E’ un brusio la vita, a cura di Giancarlo Sammartano
movimenti scenici di Paola Maffioletti

con

Antonio Emanuele Antonacci   Nicoletta Bazzicchi    Maria Federica Bianchi
Leonardo Codispoti    Biagio Coppola    Alex D’Alascio    Giuseppe Andrea Del Prete
Elisa De Paolis    Simone De Renzo    Cosimo Desii    Nino Domina
Maria Beatrice Giovani    Vanessa Littera    Stefano Miscio
Andrea Miticocchio    Fabiola Mona    Elisabetta Neri    Antonino Palmeri
Alisia Pizzonia    Jole Risi    Marika Ruta    Denise Sarica    Rosario Spadaro   Mattia Spedicato    Daniel Zerbini

con la collaborazione di Annalisa Cracco e Rosa Didonna
allestimento tecnico di Simone Caredda
aiuto di scena Federica Tricoli

Quando si perde di vista l’ideale, è perché ha avuto inizio l’oscurità.

Non devi aderire del tutto all’ideale, ma lo devi vedere.

Sempre su questa strada incontrando gente che non capiamo, incapaci di distin­guere i contorni della motivazione, sconcertati dalla bramosia di violenza e di potere; i volti che sembrano automobili ammaccate. Questa è la grande autostrada e nessuno è sicuro di dove sta andando. Fermi qualcuno e chiedi indicazioni, e se c’è una risposta la grammatica è tratta da una lingua senza senso. Tutto finisce sbandando nei fossati che corrono lungo la strada. Tutto cade, la visione biblica è precisa. Ora stiamo cadendo -lo chiamo inciampare senza direzione su questa strada affollata- profughi carichi di bauli e di roba, ceste, fagotti, diretti a nord e a sud, stanchi e stravolti dal sonno, sebbene nel sonno ci sia forse l’unica meditazio­ne che abbia in sé ciò di cui si ha bisogno: una conoscenza che noi tutti abbiamo celato nel sotterraneo della mente illuminata dai riflettori, ma ci svegliamo nel buio che è il prodotto della paura.

Abbiamo paura perché siamo fragili, tuttavia la fragilità è il segno della bellezza.

“Voi che dormite, svegliatevi!” è stato a lungo il grido. Ma io grido “Dormite! Dormite! Tuffatevi nella notte, percorrete a grandi passi il labirinto della mente, trovate il minotauro e procuratevi la risposta, confondete la sfinge, liberate la città dall’angelo sterminatore e confondete la morte.

Julian Beck, Roma 26 dicembre 1982