di Aristofane
traduzione di Ettore Romagnoli
regia di Giancarlo Sammartano
con Giorgia Trasselli, Giancarlo Ratti, Paolo Floris, Tommaso Sassi
e con Elisa De Paolis, Maria Beatrice Giovani, Vanessa Littera, Alisia Pizzonia, Marco Rinaldi, Alessandro Zinna, Ludovica Alvazzi Del Frate
scena e costumi di Daniela Catone
musiche di Stefano Marcucci primo coro Dimitri Nicolau
2411 anni dopo la sua prima rappresentazione ateniese torna il paradosso comico del mondo sottosopra. Le donne al Parlamento con il loro incruento “colpo di stato”, instaurando un improbabile comunitarismo dei beni e dei rapporti che finirà in burla, pure mostra, nel suo grottesco progetto, un’attuale e scottante verità: che la società degli “uomini” nel suo insieme sta esaurendo tutte le energie positive nell’innalzare muri, nel generare violenza, nel raccogliere distruzione. L’utopia del mutamento cede cupamente al realismo del possibile. Si è come si può, non come si vuole.
Il violento, reazionario Aristofane, che conosce così bene l’arte di coniugare riso e pensiero, nostalgia del passato e speranza del futuro, ci addita ancora, con filosofica sapienza, la via della bellezza: mutare in armonia con la natura per vincere la deforme ingiustizia delle nostre umane società. Ovvero, non c’è felicità in terra se non per tutti.
Fondamenta Teatro e Teatri propone oggi una nuova messa in scena di Le donne al Parlamento – filologicamente rigorosa già nella scelta della boccaccesca ed ironica intelligenza di Ettore Romagnoli per il mondo classico – guardando al presente del nuovo pubblico. Uno spettacolo per quegli spettatori del presente ancora curiosi e attenti, pensando al Teatro come un “bene” culturale da difendere, cercando nel passato ancora vivo la sorpresa del salutare divertimento nel piacere della conoscenza.