L’Asino d’Oro

di Lucio Apuleio

con

Sergio Basile e Alisia Pizzonia

Unico nel suo genere, L’Asino d’oro o Le Metamorfosi è il solo esemplare di romanzo completo della produzione letteraria latina pervenutoci. Un racconto con diversi livelli narrativi, interpretativi e contenutistici, non solo un romanzo di formazione, ma una riflessione sulla consapevolezza dell’uomo, della curiositas che ci spinge al progresso ma anche dell’esperienza che insegna, che imprime alla vicenda umana una coscienza di sé superiore. Romanzo d’avventura, erotico, picaresco, autobiografico, fantastico: stupisce il modo in cui Apuleio gioca con gli schemi narrativi della tradizione greco-romana della fabula graecanica, proponendo più chiavi di lettura grazie a un registro linguistico ampio e pieno di contaminazioni, farsa e dramma, realismo e suggestione fantastica, intrattenimento e riflessione filosofica.

Lucio, un giovane greco – protagonista e narratore – si reca in Tessaglia per affari ed è ospite a Ipata di una maga, Panfila. Con la complicità dell’ancella Fotide tenta su di sé la metamorfosi in barbagianni, che aveva visto operare alla maga, e per un errore si trasforma in asino pur mantenendo la sua coscienza di uomo. Lucio, rapito da briganti, passando di padrone in padrone e subendo ogni tipo di tormento, perfino un tentativo di castrazione, incontra un’umanità depravata e corrotta: ladri, stupratori, seviziatori d’uomini e d’animali, meretrici, assassini blasfemi e senzadio e pochissime vittime. Lucio è coinvolto in una serie di avventure bizzarre, traversie, colpi di scena, magie, trame che si sovrappongono, racconti nel racconto come la celeberrima favola di Amore e Psiche. Il giovane riacquista infine la forma umana durante una provvidenziale processione in onore di Iside, mangiando le rose consacrate alla dea, e tornato uomo compie i riti di iniziazione ai misteri di Iside e di Osiride concludendo così la sua formazione morale e spirituale.

Una riscrittura drammaturgica innovativa a sole due voci nella tradizione del teatro di narrazione per questo classico della letteratura latina dalla dialettica raffinata, espressiva, dotata della chiarezza della prosa e della melodia poetica. Tra i due interpreti la parola rimbalza in maniera rocambolesca in un tripudio di fascino, sogno, licenziosità, magia, affabulazione. La tessitura musicale, ricercata e briosa, accompagna, commenta, sottolinea le azioni degli attori realizzando un bouquet di coloriture e di fascinazioni.

E come ci avverte lo stesso Apuleio “Lector, intende: laetaberis” che per questa pièce parafrasiamo “Spettatore, presta attenzione: ti divertirai”.