La commedia degli errori

di William Shakespeare

(traduzione di Nadia Fusini)

con

Gaetano Carbone Francesca Carocci Eleonora Cimafonte Sabrina D’Alonzo
Andrea D’Amico Pier Francesco Di Consolo Giuliana Di Dio
Federica Ferraro Maria Lomurno Chiara Lutri Mariano Matrone
Veronika Miotto Teresa Nardi Felice Sibilano Tiziano Taliani
Serena Tassan Rita Tersigni Cristian Zandonella

Riccardo Avramo   Marius Gheorghe Bunduc   Antonino Palmeri

regia di Graziano Piazza
costumi di Daniela Catone
assistenti alla regia Serena Tozzi, Federico Lucidi, Vincenzo Iantorno

ADRIANA Passato è il tempo che senza bisogno di pregarti, spontaneamente, mi giuravi di non conoscere musica più dolce al tuo orecchio, né oggetto più grato alla tua vista, né tocco più grato al tatto, né cibo più gustoso al tuo palato, di quel che potevi ascoltare, vedere, sentire, ricevere da me. E ora, cos’è accaduto, cos’è accaduto, sposo mio, che tanto ti sei straniato da te stesso? Te stesso, dico: tu non riconosci più una parte di te, la miglior parte della parte migliore di te, che sempre unita e indivisa al tuo corpo e alla tua anima, più di ogni altra ti deve essere cara. Ah, non strapparti da me, resta unito alla tua sposa. Se tu gettassi in mare una piccola goccia, sarà più facile ritrovarla e riprenderla intatta che dividere te da me e io da te.

Atto II, seconda scena

The Comedy of Errors, o La commedia degli equivoci, è uno Shakespeare ancora giovane che la scrive; è il più corto e il più farsesco dei suoi lavori: la maggior parte della comicità è data dai bisticci, giochi di parole e dagli scambi d’identità turbinosi. La Commedia degli errori racconta la storia di due coppie di gemelli identici separati dalla nascita. Antifolo di Siracusa ed il suo servo, Dromio di Siracusa, arrivano ad Efeso, che si scopre essere la città in cui vivono i loro fratelli gemelli, Antifolo di Efeso ed il suo servo, Dromio di Efeso. Quando i siracusani incontrano gli amici e i familiari dei loro gemelli, inizia una serie di incidenti basati sullo scambio d’identità che portano a baruffe, seduzioni quasi incestuose, l’arresto di Antifolo di Efeso, e le accuse di infedeltà, furto, pazzia e possessione diabolica.
Come nelle opere più mature del bardo, si insinua nella pièce la “commedia umana” che proprio nella comicità trova la sua riflessione sul mondo: ci fa sognare come nel Sogno di una notte di mezza estate e ci fa entrare in una realtà senza Tempo e senza Spazio come nel Racconto d’inverno. Il Tempo regola tutto, dispone gli accadimenti come il regista nascosto che si diverte con i suoi stessi burattini. A Siracusa o a Efeso, oppure in un Oriente a noi abbastanza prossimo come i Balcani, dove tutto diviene acceso e vivo, quasi paradossale, questi giovani grandi interpreti cercheranno nello specchio la propria immagine riflessa, gli occhi ridenti del pubblico.

Graziano Piazza